La massa alternativa

Scarpe larghe, culo di fuori, un costante tintinnio ancheggiante di chiavi, indice e medio uniti da una sigaretta, orecchie marchiate da dilatatori, capelli sempre più aggrovigliati in dreadlocks. E tutto questo all'ennesima potenza. Cammini, e BOOM. Viso. Flashback. Te la ricordi quando, bionda platino, girava con la sua borsetta firmata, impeccabile nel vestire e nei modi. TORNI NEL PRESENTE. Ti è appena venuta addosso con i suoi modi alternativi di valore. Prova a parlarci. Prova a seguirla. Sentirai solo slogan vuoti di sentimento. La vedrai in piazza con lo spritz a pranzo, merenda, aperitivo e dopocena. Da nessun altra parte. Si stanno moltiplicando, triplicando, quadruplicando. E non li si può fermare. E forse non li si vuole fermare. Perché, forse, ci illudiamo che tra questi siano di più quelli che presentano un contenuto corrispondente al contenente. E allora non importa, piuttosto che vedere la città invasa dai "mostri". Ma questi sono peggio. Tutti noi portiamo una maschera tutto sommato, ma è una maschera dipinta coi dubbi, con le debolezze. Una maschera dettata anche dalla difficoltà di garantire la propria autenticità quando si è di fronte ad un pubblico diverso da se stessi. Ma dal non essere sicuri completamente delle radici di verità di ciò per cui si vive al rivoltare completamente la propria apparente essenza... beh, ce ne vuole. Non so se stia succedendo solo a Vicenza, spero di no. Non vorrei fossimo un microcosmo da studiare nelle lezioni di sociologia. Anche se mi piacerebbe capire il perché di tutto questo. Non è una presa di coscienza collettiva ed improvvisa. Non è una strategia studiata per stare dalla parte del vincitore. E' una massa uniforme e statica. Perdente. Sia perché è destinata a perdersi ed annullarsi nel giro di poco tempo, sia perché si va avanti solo se mossi da vere passioni e profondi desideri.

Comments
6 Responses to “La massa alternativa”
  1. AntiCosimo says:

    "Tutti noi portiamo una maschera tutto sommato". appunto. non capisco quale sia la natura della tua critica, o analisi. estetica? morale? esistenziale?

  2. Ugo Tovil says:

    sinceramente anch'io fatico a comprenderlo...è uno sfogo? è una critica o una AUTOcritica? un flusso di coscienza? una sparucchiata nel mucchio "ad cazzum"? ma soprattutto...una conclusione?

  3. Cez says:

    Secondo me l'idea è che c'è una massa che non si riconosce in nulla che non sia la moda del momento, e si comporta (tristemente) di conseguenza.
    Perciò questo voler apparire alternativi/anticonformisti a tutti i costi è solo un'altra moda, e quindi questo comportamento che ha fondamenti probabilmente buoni perde di qualsiasi significato.

  4. Ugo Tovil says:

    certo, cez. Ma quello ormai lo sa pure mio fratello (di anni 13!!!!). Il punto è che non riesco a comprendere il senso del post. aldilà di queste ovvietà... quindi? che se fa?
    inutile denunciare e non proporre. inutile e irresponsabile.

  5. Anonimo says:

    le critiche son sempre benaccette se costruttive e rispettose.
    comunque errore mio non aver proposto, e mi scuso.... provvederò :)

  6. AntiCosimo says:

    una buona proposta consegue da una buona analisi.
    ma io, davvero, non ho capito quale sia il problema.

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