La scansione dei nostri battiti

Il silenzio delle idee, che oggi è paradossalmente più fragoroso delle urla delle proteste, ci riporta inevitabilmente ad un percorso di ciclica lentezza: la nostra concezione di tempo ha le medesime scansioni del passato e le nostre lancette, se continuassimo nella via del rallentamento, sono destinate a fermarsi. Saremo consapevoli di essere parte integrante della storia (della nostra posizione nella fantasiosa mappa la cui estensione è delimitata dal passato e dal futuro) solo due volte al giorno. Sempre in ritardo rispetto agli eventi che calpestano la nostra felicità.
Accorgersi che il proprio tempo sia fermato è la metafora per indicare il nostro ritardo nei confronti della semplicità di vivere. Significa che qualcuno ci ha complicato la vita: tuttavia spetta solo a noi sciogliere i complessi nodi della nostra indipendenza.
Delegare ciecamente le nostre scelte e il nostro futuro significa soprattutto cedere la nostra libertà a qualcun altro, pressoché sconosciuto, sperando che la sua notorietà e le sue belle parole possano soddisfare le nostre aspettative: non è così. Spiegare, ad esempio, che la tragedia della crisi economica sia dovuta a causa di attori che hanno recitato personaggi allegri e creativi, davanti ad un pubblico silenzioso, non è cosa semplice. I linguaggi attuali sono incomprensibili e la fitta palude in cui ci siamo imboscati non ci promette alcuno spiraglio di luce. Non esiste ancora via d'uscita dalla giungla nella quale ci siamo inoltrati: è una giungla di lotta per la sopravvivenza, di concorrenze sleali, di sopraffazione del più debole ed isolamento di chi viene considerato inutile.
Perchè le lancette ritornino a muoversi, per rileggere correttamente il nostro tempo, per uscire dalla giungla dobbiamo provocare un implosione: distruggere questo castello di carte dall'interno. Ricostruire le fondamenta del nostro futuro non è sinonimo di “nuovismo” : non si tratta di utilizzare materiali sempre più innovativi, né del rifiuto totale del passato.
Gli strumenti per permettere di sistemare gli arrugginiti ingranaggi del nostro orologio devono sottrarre ai tiranni liberticidi il valore della nostra dignità. La progressiva pausa dei battiti, ascoltabili attraverso il silenzio della nostra epoca, deve indurci alla riflessione e a renderci consapevoli della notte in cui stiamo respirando. Seguirà sicuramente una nuova alba, solo se saremo in grado di aprire gli occhi e ad accendere il lume della creatività, dell'arte, della libertà.

kykeon

Comments
One Response to “La scansione dei nostri battiti”
  1. Anonimo says:

    che storie eh...non riesco a commentarti sei troppo profondo, oppure son io che non riesco a esprimermi con la stessa profonda serietà ora

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