Posted on venerdì 15 ottobre 2010 · 2 Comments
Comprenderete la mia sorpresa quando, sfogliando le pagine del settimanale del Corriere della Sera Sette, vengo a scoprire che il titolo di copertina “Il triangolo, sì” si riferisce ad uno stralcio del nuovo libro di Melissa P., Tre edito da Einaudi (ma dime ti dove siamo arrivati..). Vabbè. Me lo leggo.
Non l’avessi mai fatto. La lettura di quello stralcio mi ha innervosito, e molto. Mi ha innervosito perché quelle tre pagine di romanzo sono una delle più banali e inutili letture che io abbia mai fatto. Mi ha innervosito perché quella ragazza, già vittima di un non meritato successo con Cento Colpi di Spazzola, continua ad essere seguita dalla stampa senza nessun merito, senza nessun motivo.
Perché mi sono innervosito, dunque.
Non l’avessi mai fatto. La lettura di quello stralcio mi ha innervosito, e molto. Mi ha innervosito perché quelle tre pagine di romanzo sono una delle più banali e inutili letture che io abbia mai fatto. Mi ha innervosito perché quella ragazza, già vittima di un non meritato successo con Cento Colpi di Spazzola, continua ad essere seguita dalla stampa senza nessun merito, senza nessun motivo.
Perché mi sono innervosito, dunque.
Primo. Melissa P. ha rotto il cazzo. Ha rotto il cazzo con le sue tentate provocazioni, con la sua pretesa di essere anticonformista. Sinceramente in me non provoca nessuno scandalo leggere una storia di una relazione a tre, né tantomeno mi sorprende sapere che a Melissa P. piace fare sesso con due uomini, ma non con un uomo e una donna (la fiera delle ovvietà, ma la talentuosa scrittrice ci teneva a farcelo sapere nell'allegata intervista). Secondo. La ragazza scrive come un cane. Periodi di una superficialità e di una banalità inenarrabili. Terzo. La sua presuntuosa proiezione nella protagonista del racconto: nonostante la giovane età una delle più importanti poetesse di Roma, smaliziata e chiaramente irresistibile. Gli altri personaggi, puri stereotipi triti e ritriti: il primo marito, un noioso e introspettivo "marxista, ecologista, primitivista e pessimista", l'amico Ghunter (non questo, purtroppo) genio sregolato fra cocaina e alcol. Il tutto condito dalla più banale ambientazione: un circolo di intellettuali di sinistra che legge "riviste di sinistra" (sic) e passa il tempo a parlare della, e cito testualmente, "supremazia americana, indignati, offesi, rivoluzionari".
Qual è quindi la morale di questo post? La morale del post è un suggerimento alla giovane autrice. Ella confida all'interessato intervistatore di voler andare a vivere a Buenos Aires. Il nostro suggerimento è quindi questo: Melissa, o come minchia ti chiami, vai pure. Lo so che ti sembrerà immorale lasciare noi poveri bigotti senza la tua sagace penna anticonformista. Penso però che riusciremo a resistere anche senza la tua letteratura. D'altronde le uniche parti interessanti dei tuoi scritti le possiamo facilmente sostituire cercando "racconti erotici" su Google.
Qual è quindi la morale di questo post? La morale del post è un suggerimento alla giovane autrice. Ella confida all'interessato intervistatore di voler andare a vivere a Buenos Aires. Il nostro suggerimento è quindi questo: Melissa, o come minchia ti chiami, vai pure. Lo so che ti sembrerà immorale lasciare noi poveri bigotti senza la tua sagace penna anticonformista. Penso però che riusciremo a resistere anche senza la tua letteratura. D'altronde le uniche parti interessanti dei tuoi scritti le possiamo facilmente sostituire cercando "racconti erotici" su Google.


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Jeff Hawke,
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Di Melissa P. ho letto Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire e L'odore del tuo respiro. Due fra i libri più brutti che mi siano capitati fra le mani -il cui successo è probabilmente motivato dalla giovane età dei lettori, con gli ormoni in fiamme. Non solo questa scrittrice piena di sè è priva di talento, ma dalle sue pagine scaturisce un atteggiamento di superiorità, come se il messaggio di ogni frase fosse: io sono anticonformista, sono decisamente migliore dei miei coetanei, ho visto (e fatto) cose che voi umani non potreste immaginarvi... Beh, è la più dozzinale delle puttanelle. Più conformista di così si muore. Basta guardarsi intorno per accorgersi che lei non è la prima nè l'ultima lolita di questa società; è prosaica e incapace, e di certo non mi metterei a piangere se si trasferisse nell'altra metà del globo.
Bel post, e anche il precedente!
condivido sul bel post! poi di melissa p. non ne so un cazzo, ma mi fido di voi