...e se la paura fosse frutto dell'ignoranza? [pt3 ]

La paura deriva proprio da ciò che non si conosce. Si ha paura del buio perché non si sa cosa c’è nell’oscurità (<3). Ma allora perché non accendere la luce, imparare a incontrare le varie culture, o meglio notare tutti i contributi degli stranieri in questo paese? La capacissima ministra dell’istruzione potrebbe fare qualcosa di veramente utile, come introdurre un’ora di ‘cultura estera’, tanto per educare gli studenti all’apertura e alla tolleranza (ma ovviamente sto vaneggiando, lei è una di quelli che ci sguazza, nell’oscurità)… La realtà è che l’Italia non è uno stato originale autogeneratosi dalle infinite conoscenze di Maria de Filippi, ma è l’insieme di contributi provenienti da ogni dove accumulatisi in millenni. E non si può neanche ignorare l’enorme apporto in campo lavorativo, perché i posti lasciati vacanti da braccia tolte all’agricoltura come Renzo Bossi, vengono occupati solo da stranieri, l’italiano è troppo superiore per abbassarsi in questo modo, e sta smarrendo la concezione di sacrificio finalizzato a perseguire un obiettivo. Essendomi dilungata troppo, chiudo con una frase di Luciana Littizzetto riguardante il comportamento della chiesa nei confronti degli omosessuali: “Ma cosa vi hanno fatto di male sti gay? È perché si mettono le gonne come voi? […] Il nostro capo supremo, quello che sta in the sky, non Berlu, perdonava tutti, anche le adultere e i ladroni, e voi mai niente? Noi saremo anche delle pecorelle smarrite, ma voi siete proprio sicuri che la strada la sapete bene?”.
Insomma, perché non conoscere tutto ciò che è ‘diverso’, in ogni frangente, in modo da creare un clima di tolleranza –vista la piega attuale, ognuno di noi si dovrebbe impegnare in prima persona per migliorare la situazione- e punire semplicemente il criminale, non la ‘categoria’ in cui rientra? Giudicare l'individuo, dato che la concezione di "ordine" risale all'età assolutistica francese? Non sentirsi superiori perchè si preferisce andare a puttane guardare le belle ragazze, o perchè si posseggono "qualità", totalmente indipendenti dalla propria volontà, dalla nascita (o derivanti da condizionamenti di varia natura), non di certo grazie a meriti particolari? Pensateci, quando sentirete, ascoltando Napolitano, una donna che dice "Quel cameraman dev'essere albanese, ha una brutta faccia da delinquente", una vecchia idiota che, avendo visto entrare dei rom nell'autobus, si lamenta del cattivo odore, inesistente, o una qualsiasi delle infinite manifestazioni quotidiane di razzismo in cui ci si imbatte.

Fonti: Identità di carta

Mia

Comments
2 Responses to “...e se la paura fosse frutto dell'ignoranza? [pt3 ]”
  1. Anonimo says:

    " l’italiano è troppo superiore per abbassarsi in questo modo"

    tu saresti disposta?

  2. Šareni San says:

    Io ho intenzione di laurearmi, e vorrei fare la giornalista professionista, perciò mi vedo sotto un ponte, fra 10 anni. Non sono talmente presuntuosa da credere di poter ottenere subito ciò che voglio; il percorso che ho scelto, come TUTTI i percorsi, richiede sacrifici, e il dovere di accantonare la propria vanità. Gli italiani si lamentano di non trovare lavoro, perchè mirano in alto e non sono disposti a cercare un po' di umiltà e rimboccarsi le maniche. Chi ha avuto successo è partito dal basso, ha fatto il cameriere rinunciando al sabato sera, la babysitter, lavori umili per mantenersi, con costanza e impegno per perseguire i propri obiettivi. Chi la dura la vince, nessuno ti regala niente a meno che tu non sia un super raccomandato oppure abbia un enorme culo. Sì, sono disposta e so già di dover fare dei sacrifici.

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