Hercules paradigma culturale del nostro tempo?

Salve!, voglio parlare di una cosa importantissima che ha colpito la mia mente come un missile: la Disney è un veicolo di trasmissione di modelli psicologici paurosi!

Io considero i cartoni Disney parte della cultura del nostro tempo, che si lega profondamente al periodo storico-sociale che viviamo.

Detto questo, procediamo ad analizzare Hercules.

Eracle, il corrispettivo mitologico "reale" era un bel tipino: coccolato e amato dal padre, detestato dalla madre che cerca di ammazzarlo a suon di mostri e serpenti, uxoricida e figlicida, risposato con un'oca che crede ai centauri e odiato da un intero cimitero di creature mitiche in via d'estinzione.

Hercules, quello moderno, nasce in casa Olimpo da Zeus ed Era che dopo aver fatto una simpatica festicciola per il pupo vanno a dormire. Che Hercules sia una potenziale spina nel fianco, se n'è accorto l'unico personaggio intelligente del film che è una carogna infinita. Insomma, Ade tenta di ammazzare il piccinin facendogli bere un deimmortalizzante somministrato da due assistenti - Pena e Panico - che tranquillissimi si intrufolano sull'Olimpo, rapiscono il pupo, gli fanno bere quel berone assurdo.
In breve, il bebè non perde completamente la forza e per la prima volta compie qualcosa di sensato quasi ammazzando di botte i due stupidi.

Gli dei, nel frattempo si svegliano, scoprono tutta la storia e, addoloratissimi, affidano il pupo ad una coppia di anziani. Chi è diverso non può stare sull'Olimpo.
Riflettiamo: sull'Olimpo ci stanno cani e porci e il figlio della coppia più potente dell'universo non ci può stare perché "diverso". Ma vi pare? Questo è R-A-Z-Z-I-S-M-O

Poi, giusto perché la disgrazia di crescere sulla terra NON è abbastanza, Hercules cresce completamente disadattato ed emarginato a causa della sua forza. Cosa si può fare per migliorare la situazione? Affidarlo ad un maniaco sessuale perché lo alleni. 

Gli anni passano ed il nostro, ormai talmente pompato di steroidi che se qualcuno fosse riuscito a ferirlo venivan fuori acqua ed ormoni, si dedica ad un passatempo molto in voga tra gli “eroi”: lo sterminio di mostri!
Il padre, meraviglioso nella sua barbetta, non si accontenta: troppo poco andare in giro ad ammazzare specie protette.
Così in un attimo di tragica depressione l'uomo il cui unico muscolo sottosviluppato è il cervello si getta nelle braccia delle femme fatale, unico altro personaggio intelligente e, ovviamente, carogna. Lei ha una storia tragica alle spalle – legata al suo passato da oca giuliva – e compie lavoretti per l'intelligentone della compagnia, sua Maestà la Carogna, Ade.
Però scoppia l'ammore! Il satiro sessualmente squilibrato cerca di avvertire (stranamente senza doppi fini) Hercules che bellamente lo ignora, arrivando a segnare il proprio destino.
Cede tutti i muscoli e così via, non c'è molto da dire -ad essere sinceri- sull'ultima parte: eroismo, scene tragiche, stupidità folle, un fracco di legnate e via verso il gran finale: è un EROE.


Riassumendo: cosa insegna Hercules?
Se sei diverso sei segnato.
Ammazzare animali fastidiosi è moralmente approvabile.
Se sei intelligente, preoccupati: è probabile che tu sia una canaglia.
Per entrare nella schiera dei buoni-buonissimi devi essere stupido, ma stupido forte.
Mai fidarti delle donne! Piuttosto riponi tutta la tua fiducia in un satiro maniaco sessuale.

E tutto questo deriva da un mito greco ancora più truculento...siamo messi bene...

Rama.

Comments
12 Responses to “Hercules paradigma culturale del nostro tempo?”
  1. Cez says:

    Se posso permettermi, mi sembra un'analisi per lo meno facile di una storia che a mio parere non va letta letteralmente.
    Così facendo diremmo che il lupo di Cappuccetto Rosso era un maniaco assassino e che il cacciatore era pure lui un violento o che i nani di Biancaneve sono tutti dei potenziali stupratori eccetera eccetera di questo passo.
    No, prima di tutto c'è da fare un piccolo distinguo.
    Il cartone animato, per quanto liberamente, è tratto da alcuni famosi episodi della mitologia greca, il che potrebbe essere utile pedagogicamente a far avvicinare alla cultura greca un bambino.
    La gerarchia Olimpica è nella mitologia piuttosto ben descritta e decisamente rigida, un semi-dio, o meglio, un eroe, sul Monte Olimpo non ci poteva stare.
    Le moire (parche, nella cultura romana) hanno un ruolo simile a quello del cartone animato, e Ade qui viene utilizzato come il cattivo di turno.
    D'altronde la narrazione disneyana è più una favola che un mito direi.
    Ad ogni modo la cultura Greca non aveva certo un'alta opinione della donna, in Grecia la donna non aveva diritto di voto e non poteva possedere alcunchè.
    Tuttavia la cultura greca, nonostante questo, e per altre ragioni, è la madre della nostra cultura occidentale.
    Il mio bilancio è che l'opera Disney è un tentativo di avvicinare il bambino alla cultura greca, delineandone a grandissime linee i tratti fondamentali e commettendo anche degli errori, ma a vantaggio della godibilità del tutto.
    Poi, possiamo discutere sui problemi di questo modello culturale, la considerazione nulla della donna, la violenza come modello di apprendimento eccetera, eccetera.
    Ad ogni modo da questo punto di vista non sarebbe accettabile un'opera di un qualsiasi tragedista(l'Edipo Re ad esempio), un mito tradizionale come un mito platonico (come la nascita di Amore, dove è Penìa, una mendicante, ad ingannare il dio Pòros).
    Insomma, che razzismo e discriminazione femminile siano temi scottanti è vero, ma discutendone in questo modo rischiamo di ricadere in inutili quanto controproduttivi anacronismi.

  2. Anonimo says:

    Aggiungerei: per essere accettato devi omologarti alla massa.

  3. Ugo Tovil says:

    Cez, come al solito travisi le intenzioni dell'autore...è satira, pastiche, goliardia senz'altro fine di strappare una risata e appunto ridicolizzare i tanti soloni che moralizzano le nostre vite...gli anacronismi, le battute facili e la lettura VOLUTAMENTE FORZATAMENTE CIECAMENTE letterale, servono per realizzare un nonsense, un absurdo che nelle mie intenzioni doveva far nascere un sorriso!
    Mi chiedo cosa tu abbia letto, Cez...è evidente che NON ci si può fermare qui e che la cosa NON è seria! è questo il punto! spostiamo il fuoco! la cultura è vita, non sterili discussioni o schizzi mentali di pseudointellettuali...la prima cultura è la risata, profondissima espressione psicologico-culturale dell'anima di un popolo!
    Ho paura che ci si stia perdendo in sterili amenità fintoletterarie e si perda di vista il fatto che siamo giovani...abbiamo tutto il tempo per essere seri...mi avessi detto, non fa ridere, avrei accettato...

    In ogni caso non ho nulla contro la cultura greca (anche se per quanto mi riguarda non sono un fan) e criticarne gli aspetti assurdi quali la truculenza e il nonsense che caratterizzano alcuni aspetti di essa non significa scagliarsi lancia in resta contro tutto...ti prego, sii meno serio, ok? si parla di cartoni animati, non di politica...

  4. Anonimo says:

    Non fa ridere. Non sei Zarathustra, ergo evita di sparare sentenze dogmatiche come fai nei tuoi articoli.

  5. Anonimo says:

    Anche lo sbadiglio è una profondissima espressione psicologico-culturale dell'anima di un popolo.

  6. Šareni San says:

    Lui non sarà Zarathustra, ma tu sei anonimo.

  7. un altro anonimo says:

    non fa ridere

  8. Watusso says:

    Polemizzate consapevolmente. Senza attaccarvi a sterili polemiche. Anonimi: motivate il vostro dissenso. Conosciuti: non attaccatevi alle forme. Gli Anonimi sono parte della massa. In fondo una massa è formata da anonimi, un popolo di popolani

  9. Ugo Tovil says:

    tanto di cappello all'anonimo che ha finalmente esposto il pensiero profondo di chiunque...
    @Watusso
    l'anonimato è sintomo di paura, chi non ha paura si firma...massa faxile sennò...

  10. Cez says:

    Se vogliamo fare dell'umorismo facile mi sta benissimo (anzi, no ma non importa). La prossima volta mi astengo dal commentare.

  11. Šareni San says:

    @Watusso: Insomma. È chiaro che sugli 800 fan di Lynked non tutti disporranno di un profilo blogspot, ma chiunque volesse commentare -a partire da te- potrebbe scegliere una fra le molteplici opzioni offerte da questa piattaforma, ad esempio:
    -Account google: in moltissimi sono registrati;
    -Nome: nome e cognome sono perfetti per identificare chi commenta, e se non si vuole scrivere il proprio cognome basta ricorrere a nome+iniziale del cognome;
    -URL: chiunque ha facebook. Non è complicato incollare il link al proprio profilo.
    Questo consente di non confondere fra loro gli anonimi, ma soprattutto di capire chi sta parlando e di assumersi la responsabilità di ciò che si dice, perchè a me pare che troppo spesso qualcuno si nasconda vigliaccamente dietro l'anonimato per insultare in modo gratuito, o per antipatie personali ecc... Io almeno la penso così. Se sbaglio, ti ringrazio per avermi indicato la retta via Watusso. It's a long way to the top, ma spero di riuscire un giorno ad abbassarmi così anch'io.

  12. AntiCosimo says:

    "Il cartone animato, per quanto liberamente, è tratto da alcuni famosi episodi della mitologia greca, il che potrebbe essere utile pedagogicamente a far avvicinare alla cultura greca un bambino."

    matte e matte risate.
    e per fortuna che c'è questo cazzone anonimo.

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