Com'è Giusto, ovvero un saggio sulla masturbazione giovanile

Nell'ultimo periodo, e con periodo intendo più o meno le due settimane che precedono queste mie parole, non sono uscito molto. Anzi, per certi versi potrei dire che non sono uscito affatto, considerato che esattamente la mattina stessa in cui i miei sono partiti per la loro settimana di vacanza post-capodanno, mattina che avevo già deciso di inaugurare all'ora più tarda possibile con la triplice intesa birra-bagno-sigaretta, mi sono svegliato con trentotto linee di febbre a darmi compiaciute il buongiorno. Il risultato sono stati sette giorni in posizione orizzontale sul divano ad abbeverarmi passivamente di TV per potermi addormentare, litri su litri di tè caldo e un continuo domani starai meglio intervallato a fiumi di frasi più sconnesse del solito in loop nella mia testa. Per non parlare della dose minima di chiamate giornaliere di mia madre per rassicurasi che prendessi le giuste medicine nella giusta quantità al momento giusto. Sta di fatto che, pur non avendo preso mezza pasticca, sono guarito e miei sono tornati senza che io abbia potuto godere di almeno un'ora della mia libertà a tempo determinato. Il giorno successivo al loro ritorno ho guardato il calendario e ho realizzato che, senza iniziare a studiare in quello stesso istante, non avrei potuto dare uno stralcio di esame, dunque mi sono rinchiuso in camera per tentare di combattere la pulsione alla distrazione, la quale si presenta ogni qual volta che mi metto sui libri con un buon tempo in anticipo rispetto alla data della prima sessione. L'equivalenza necessaria alla disintossicazione da quello che è noto a tutti con il nome di cazzeggio è eliminare le distrazioni = evitare (in questo caso) la biblioteca = porsi dei mini traguardi in vista del traguardo principale= svegliarsi presto per guadagnare ore di concentrazione = andare a letto entro mezzanotte = evitare possibilmente di uscire, annegando il tutto con tre caffè ben dosati nell'arco della giornata. Non sto qui a descrivere la mia condotta, basti sapere che non sono uscito fino al sabato sera appena trascorso.

Ho sentito un paio di amici ed esaltato come un cane quando al parco gli si sta per levare il guinzaglio sono finalmente uscito dal bunker. Ho preso la macchina e sono andato a casa di un amico; come stai come non stai, che fine avevi fatto e altre cazzatine del genere, poi birra, sigarette e discorsi che partono da una base ordinata e pacata e arrivano al punto in cui l'imprevedibilità del ragionamento sfocia nel caos rischiando l'autocombustione. Un grande inizio di serata.

Si decide, com'è giusto, di uscire; per lo meno così ci si evita di starsene chiusi in casa a dirsi che qui non c'è niente da fare, le persone sono sempre le solite, e non è la città ma la gente, non è la gente ma la città che preclude eccetera eccetera eccetera. I finti disagi esistenziali di chi ha la poltrona con la forma del suo culo cementata. Tutti in un'unica auto ci si dirige verso il centro, giusto per sentire cosa c'è da fare, ci diciamo; parcheggiamo più vicini al punto di partenza che a quello di arrivo, mandiamo qualche sms per capire dove si è coagulata la gente e raggiungiamo il cuore della città. Camminiamo per un po' e finiamo nell'ingorgo di compaesani fuori da un bar, pare che ci siano più o meno i soliti, facce note, nomi noti e individui x, tutti con un bicchiere di plastica riempito a birra o spritz in mano. Attacchiamo bottone con degli amici nel mucchio, che fate cosa non fate, non c'è niente da fare e voi? e poi qualche secondo di silenzio imbarazzante. Poi si riattacca con l'università come va, gli esami come vanno, non me ne parlare che sto studiando come un disperato e altri dilemmi del futuro prossimo da affrontare. Ci si scogliona un po' insomma, naturale, penso, la serata deve ancora partire. Entro a prendere una birra, come impone il rito iniziatico del sabato sera, vado al banco intasato di alcolizzati a gettone e tento di ordinare; quando il barista sta per arrivare da me una tipa, una di quelle tipe bene che se solo provassi ad attaccar bottone assumerebbero la stessa posa sconcertata di mia madre quando, all'epoca delle prime sperimentazioni sessuali, mi scoprì in camera a toccarmi nudo come un verme, mi scosta un po' giusto per dire me li fai due spritz? , e il barista necessariamente sfoggia un sorriso mediaset e la serve. Giusto così, mi dico, l'avrei fatto anch'io. Prendo finalmente la birra ed esco dal locale, bevo un sorso e mi accendo una sigaretta. Faccio due passi e mi guardo in giro per riprendere il gruppetto che avevo raggiunto appena arrivato e mentre cerco una voce alle mie spalle biascica un Jon, che cazzo ci fai qui?! Mi giro, è un buon amico, lo saluto e dico che boh, si fa un salto, esco per trovare qualcosa di cui lamentarmi e sorrido, sorride anche lui e mi fa ce la fumiamo una cannetta? E penso che sì, ci starebbero bene un tubo e due tre parole, ma nello stesso istante arrivano due tipi incognati lesi da far schifo con il sorriso ebete a salutarlo e si piazzano lì con noi, così rispondo no amigo, la prossima volta, domani devo studiare e mi dice sciolto, semmai ci si vede dopo, lo abbraccio e gli dico di godersela. Sempre con birra e sigaretta in mano mi rimetto a cercare gli altri, esco dalla calca e provo ad alzarmi in punta di piedi ma niente, non li vedo. Vabbè, mi dico, tanto vale sedersi e aspettare, finisco la sigaretta almeno. Mi siedo su uno scalino un po' scostato dalla situazione e faccio un altro sorso di birra. Fa maledettamente freddo. Chi me lo fa fare di stare qui a congelarmi, penso, si poteva stare a casa a lamentarsi al caldo. Provo a chiamare gli altri ma niente, squilla a vuoto. Rimetto il cellulare in tasca e mi accendo un'altra sigaretta, con una punta di nervoso. Sono queste le sigarette che ammazzano, mi dico, e al secondo tiro mi si presenta davanti una ragazza che mi saluta esalando un ciao al gusto aperol che mi raggiunge istantaneamente. Sorrido, la conosco di vista e avremmo parlato due o tre volte giusto per, si è fatta i dreads e ci rimango un po' così, aveva dei capelli bellissimi, comunque la saluto e mi alzo. Esordisco con un Che si fa stasera? e lei mi fa che non c'è niente da fare, si beve e si sta qui, mi dice che forse se si va all'altro bar qui vicino c'è più gente; le dico che si può fare un salto e ci incamminiamo verso l'altro bar. Come va, a parte la noia e il fatto che non ci sia niente da fare? domando e sorridendo mi risponde che va bene, i suoi le rompono un po' i coglioni per la scuola ma che non ne fa un dramma; e tu invece? Cosa fai all'università che non mi ricordo? Filosofia, rispondo senza star lì a precisare quale sia davvero il mio indirizzo di studi. Figo filosofia!, mi fa, sono stata alla manifestazione a Roma, tu c'eri? Io rispondo che no, non ci sono stato e mi fermo lì, evitando di darle spiegazioni. Sono dei bastardi, quella puttana della Gelmini! Hai ragione, le dico, e guarda che porcate stanno facendo alla Fiat o con il legittimo impedimento! Al che lei mi guarda sgranando gli occhi e un po' imbarazzata dice e che cos'è il legittimo impedimento? Io non so cosa dire, ci rimango di merda, non so veramente cosa dirle, mi girano un po' e sto per iniziare una sfuriata, in tono pacato s'intende, quando da un angolo spuntano gli altri, con gli occhi lucidi e rossi e i bicchieri pieni in mano. Dove schifo eravate finiti,maledetti? mi guardano e sorridono, sono entrato un attimo al bar e siete spariti in zero due senza che mi accorgessi di niente. Sorridono ancora, mi faccio un gran sorso di birra e nel mentre salutano la tipa, uno attacca bottone con lei ,io mi attacco alla sigaretta e bevo un altro sorso di birra. Spariamo un po' di cazzate e ridiamo, camminiamo ancora sfilando tutti i negozi del corso con le luci accese e le scritte saldi in bella mostra e alla fine arriviamo all'altro bar, com'è giusto che sia.

Comments
6 Responses to “Com'è Giusto, ovvero un saggio sulla masturbazione giovanile”
  1. Anonimo says:

    non era imbarazzata quando lo ha chiesto.. Comunque hai riassunto pefettamente una serata al bar tre o in un qualsiasi bar che non sia quello in viale verona

  2. Dario Cialuno says:

    Purtroppo in giovane età (chi più, chi meno) risulta difficile poter vantare una vita notturna entusiasmante ed avventurosa alla Fabrizio Corona, specialmente in un contesto provinciale come quello citato e descritto dall'autore. Non v'è dubbio che una serata nella movida milanese possa offrire un numero esponenzialmente superiore di alternative in più rispetto ad un bar del centro di Empoli.

    Presupponendo che l'erba del vicino sia sempre più curata della nostra, come per una sorta di insovvertibile crudeltà del destino, si scivola in uno stato di passività nel quale la lamentela sembra l'unico modo per giustificare la realtà.

    Stasera Lady Gaga non si porrà il problema di cosa fare (e sti cazzi!, dirà qualcuno), forse perché avrà già troppe cose da fare per fermarsi un attimo e pensarci. Ah, lei sì che fa una bella vita: esce ogni sera, è piena di corteggiatori, non si annoia mai, con i soldi dell'ultimo cd si può comprare Orvieto e scrivere su Twitter che lo ha fatto perché era una città noiosa.

    Magari Lady Gaga a tredici anni sognava una vita come quella che fa adesso, ma di sicuro non va a dire in giro che vuole tornare indietro prima di ritrovarsi come molte sue colleghe in una clinica per tossicodipendenti.

    Questo vale per tutti. Siamo sempre convinti che da altre parti si stia bene, che altre persone stiano meglio di noi, che in altre città ogni sera sia difficile avere meno di venti proposte diverse. Le lamentele soppersiscono alla nostra incapacità di crearci una vita interessante. L'essere umano è diventato pigro.

    La cosa è dimostrata dal fatto che questa schifosissima erba del vicino è sempre più verde. Ma se questa cosa vale per tutti allora chi ha l'erba migliore?

    Tu ce l'hai, il problema è che non te ne sei ancora reso/a conto.

  3. Jon Tughlak says:

    La reale intenzione era far notare quanto sia paradossale e contraddittorio a volte il comportamento delle persone, il nostro comportamento. Potrà essere banale ma continua a essere vero e a produrre effetti disastrosi. Parlare e discutere è una cosa, le chiacchere da bar rimangono chiacchere da bar, fini a se stesse, "tanto per". Tanto basta ascoltare un tg per poi uscire e far la parte di quelli che si informano, che son contro questo e quest'altro. A sembrare dalla parte del "giusto" ci vuol poco, basta limitarsi appunto alle chiacchere da bar (e queste le fanno anche coloro che credono di essere portavoci di ideologie etc etc); e se le persone non vanno bene si può migrare in un altro locale. E questo accade dappertutto, noi chiacchieriamo e nel mentre la realtà dei fatti ci rovina senza che nessuno si accorga di niente finchè non è troppo tardi.

    Agape e bene.

  4. Pan&Formajo says:

    .. Intervengo solo per inveirti contro.
    Mi sono letta tutto, da capo a coda, aspettando il momento in cui avresti cominciato a parlare di masturbazione - di quella vera, effettiva, che coinvolge mani e organi riproduttivi.
    Invece proprio niente. E oltretutto ora mi toccherà uscire a fumare una sigaretta (che se non te le offro io, poi, 'ndo cazzo le trovi?).

    Torna a scrivere, Lessie!

  5. Jon Tughlak says:

    Ma esiste un altro tipo di masturbazione, ed è quella intellettuale. Per quanto possa sembrare simile al piacere di un coito, ovvero a un pensiero che si autoproclama libero,indipendente ecc., rimane(non in tutti i casi)quel che è, una sega. Com'è più facile masturbarsi di fronte a dei pixel che assumono una forma vagamente eccitante per dar sfogo alle proprie necessità in maniera “meccanica”, così è più semplice parlare e far del proprio pensiero una chiacchiera da esibire al bar per avere delle approvazioni piuttosto che una base su cui costruire qualcosa di concreto. E, ripeto, se quel che si dice o si pensa non piace, basta “cambiare bar”e negarsi al confronto.Ma la via più facile non è sempre quella più giusta da percorrere, come appunto si dice.

    Agape e bene.

  6. schiacciopuntineri says:

    bravissimo, ti aspetto quando muori.
    mi manchi, io al posto tuo mi sarei soffermata sui SALDI, ma si può sempre rimediare.
    ciao Jon

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